mercoledì 7 febbraio 2007

LIBERALIZZAZIONI

La raffica di provvedimenti 'liberalizzatori' ha compreso anche i settori acconciatura ed estetetica, abolendo, di fatto, l'autorizzazione che i comuni devono rilasciare per lo svolgimento di queste professioni: basterà una semplice dichiarazione di inizio attività. Il provvedimento, di poche righe, sconvolge il quadro normativo di riferimento, composto da Leggi dello Stato, delle Regioni e regolamenti comunali e come effetto immediato blocca tutti i trasferimenti di proprietà di queste aziende, perchè i compratori non sono più disposti a pagare una licenza che non esiste più, ma paralizza anche la nascita di nuove imprese, in quanto la nuova norma sarà in vigore dopo che Regioni e comuni avranno adeguato le Leggi e i regolamenti e per fare questo hanno tre mesi di tempo. Ma la questione più delicata riguarda gli aspetti costituzionali, questa materia, infatti, secondo l'art. 117 tit. V della Costituzione, è di competenza delle Regioni. Il Legislatore regionale, pertanto, potrebbe disattendere la deregulation introdotta con un provvedimento dello Stato, lasciando in vita la licenza comunale e i criteri di contingentamento per il suo rilascio. Ad aumentare le incertezze pesa sicuramente il fatto che il Governo ha utilizzato lo strumento del decreto legge, un provvedimento d'urgenza (ma che urgenza c'era di liberalizzare i saloni di parrucchiere ed estetista?) che dovrà essere convertito in Legge e, ammesso che ciò avvenga, potrebbe subire delle modifiche. Gli acconciatori ed estetisti non avvertivano la necessità di un tale provvedimento e la federazione di categoria aderente a Lapam-Federimpresa, tramite la Confartigianato nazionale, si opporrà decisamente contro una liberalizzazione selvaggia. Riteniamo invece importanti per una maggior qualificazione degli operatori del settore e tutela dei consumatori, norme che migliorino la professionalità, come quelle emanate con la recente Legge dell'agosto 2005 in materia di acconciatura, ma non sono spaventati da questa deregulation, perchè convinti che sia la qualità del servizio offerto a condizionare il mercato.
A QUESTO PUNTO ASPETTEREMO REGIONE E COMUNE E VEDIAMO CHE ACCADE.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Buondì, il tuo articolo mi ha fatto chiarezza in merito alla liberalizzazione del tuo settore...
insomma ennesimo papocchio della sinistra italiana come i Di.CO...
buona giornata
Francesco
pisa